I femminili sono comuni nelle professioni che un tempo erano abituali per le donne (operaie, sarte, maestre), e meno comuni in quei settori dove le donne, fino a tempi recenti, erano una rarità.
Ha senso oggi mantenere distinzioni tra mestieri al femminile e mestieri al maschile? E se fosse proprio questa una forma di discriminazione? Ne parla la sociolinguista Vera Gheno nel suo ultimo libro “Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole” (EffeQu), che ospiteremo l’8 luglio alle 21 per una presentazione nel giardino dell’Arte.
Collaboratrice dell’Accademia della Crusca dal 2000 e fino al 2019, ne ha gestito l’account Twitter dal 2012 al giugno 2019 e attualmente gestisce la parte linguistica del profilo Twitter di Zanichelli. Vera insegna all’Università di Firenze, e “Femminili singolari” è il quarto dei suoi libri usciti nel 2019. I primi tre sono: “Potere alle parole. Perché usarle meglio” (Einaudi), “La tesi di laurea. Ricerca, scrittura e revisione per chiudere in bellezza” (Zanichelli), “Prima l’italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure” (Newton Compton).
In precedenza aveva pubblicato: “Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi)” (2016) e “Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network” (2017), entrambi per Franco Cesati. Nel 2018, con Bruno Mastroianni, ha inoltre scritto “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” (Longanesi).